IX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Grado della Celebrazione: DOMENICA - Colore liturgico: VERDE
Dio gradisce la fede degli umili e sempre solleva i suoi figli nell'ora del bisogno. 

Gesù e il centurione.
La fede del centurione, che non è ebreo, sorprende Gesù che nel suo popolo non trova una "fede così grande". E infatti i lontani entreranno nel regno di Dio, i vicini ne saranno esclusi a motivo della loro incredulità, infedeltà.
Potremmo essere anche noi gli esclusi se, ricevuto l'annunzio del Vangelo, l'abbiamo rifiutato poi nella vita concreta.
Quanto a Gesù che guarisce il servo del centurione e altri infermi, appare come il Servo di Dio, che si addossa le infermità dell'uomo e le guarisce. In profilo vediamo la passione del Signore, il suo servizio che redime l'uomo, dai mali terreni ma soprattutto dal peccato.
Ogni volta che partecipiamo alla messa, prima della comunione, ripetiamo le stesse parole del centurione. "Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di' soltanto una parola ed io sarò salvato. Infatti mai saremo degni della dignità divina. Ma è la sua parola, anzi il Verbo, la Parola - Gesù che ci ha reso degni, nonostante la nostra indegnità di poter ospitare Dio nel nostro cuore.

Dal vangelo secondo Luca (7, 1-10)
In quel tempo, Gesù, quando ebbe terminato di rivolgere tutte queste parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafàrnao. Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l'aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro giunti da Gesù lo pregavano con insistenza: «Egli merita che tu gli faccia questa grazia, dicevano, perché ama il nostro popolo, ed è stato lui a costruirci la sinagoga».
Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non stare a disturbarti, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo non mi sono neanche ritenuto degno di venire da te, ma comanda con una parola e il mio servo sarà guarito. Anch'io infatti sono uomo sottoposto a un'autorità, e ho sotto di me dei soldati; e dico all'uno: Va' ed egli va, e a un altro: Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fa' questo, ed egli lo fa».
All'udire questo Gesù restò ammirato e rivolgendosi alla folla che lo seguiva disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.


Neanche in Israele ho trovato una fede così grande.
Gesù ammira questo uomo, che si ritiene indegno di avvicinarsi a Lui, tanto da inviarGli alcuni anziani dei Giudei per supplicarLo di guarire il suo servo ammalato.  Quindi, il centurione non solo ha fede in Gesù, ma anche rispetto, tanto da non ritenersi degno di presentarsi a Lui per chiederGli un miracolo.  O forse, chissà, teme di essere respinto… Non sa, invece, che Gesù non respinge nessuno, e il Suo Amore è così grande che racchiude in sé tutta l’umanità.  Ma l’ammirazione di Gesù per la fede del centurione romano cresce ancor più quando egli Gli manda a dire quella famosa frase che ancora oggi ripetiamo durante la celebrazione della Santa Messa, prima di andare a ricevere la Comunione:  “Io non sono degno…”  Ecco fin dove arriva la fede e l’umiltà di questo “infedele” romano.

Preghiera
Vorremmo anche noi, Gesù, avere la medesima fede e la medesima umiltà. “Io non sono degno che Tu vieni nella mia casa, Signore, nel mio cuore… ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato”…  Chissà quante volte abbiamo ripetuto questa invocazione insieme alla nostra comunità… Ma, forse, non con la necessaria attenzione e con la stessa fede del centurione romano…  Aiutaci, Signore, a rinnovare la nostra fede ogni volta che ci avviciniamo all’Altare per riceverTi nel cuore e ogni volta che nelle nostre giornate ci troviamo di fronte a qualche difficoltà apparentemente insormontabile…  Fa’ che crediamo fermamente che Tu porti nel Cuore tutte le nostre necessità e attendi solo che noi, con fede incrollabile nella Tua bontà, ci avviciniamo a Te per chiederTi aiuto.  Fa’ che non dimentichiamo mai che accanto a noi c’è un Tuo messaggero, il nostro personale Angelo custode, al quale affidare i nostri desideri e le nostre preghiere, affinché Te li presenti in un battibaleno.  Grazie, Signore!  È talmente grande la nostra gratitudine, che non possiamo fare a meno di elevare, con gli Angeli del Cielo, la Vergine Maria e tutti i Santi e le Sante, e con il centurione romano che ha avuto tanta fede nella Tua Bontà, il triplice inno di lode e di gloria: Santo, Santo, Santo il Signore…