11 aprile - San Stanislao

Grado della Celebrazione: Memoria - Colore liturgico: Bianco
Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, mi ha mandato per annunziare ai poveri il lieto messaggio, e a risanare chi ha il cuore affranto.


Breve biografia

La Chiesa è chiamata in ogni tempo a proclamare il messaggio del Vangelo senza «addomesticarlo». E’ quanto fece l’eroico polacco Stanislao, arcivescovo di Cracovia, in circostanze che ricordano il gesto di san Giovanni Battista. Nato a Szczepanowski aveva studiato a Parigi; divenuto vescovo organizzò la sua diocesi, ed ebbe sempre due predilezioni: i poveri e i suoi sacerdoti che si premurava di visitare ogni anno. Non esitò a scomunicare Boleslao II, re di Polonia, che dava scandalo con le sue dissolutezze. Il re lo accusò di tradimento e l’11 aprile 1079 lo uccise mentre celebrava la messa. Papa Innocenzo IV lo ascrisse tra i santi martiri nel 1253 ad Assisi.
In questa festa del patrono della Polonia, la nostra comunione ci unirà alla testimonianza che sempre hanno dato i cristiani di questa nazione, e la nostra preghiera sarà perché tutti i credenti vivano la loro fede. Dio ha donato in ogni tempo alla sua Chiesa pastori che di fronte ai lupi non hanno indietreggiato, ma han saputo «dare la vita» per le pecore, sull’esempio di Cristo che continuamente «dà il suo Corpo, il suo Sangue», la sua Parola viva.

Dal vangelo secondo Matteo Mt 9, 35-38
La messe è molta, ma gli operai sono pochi.

In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagòghe, predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia e infermità. Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore.
Allora disse ai suoi discepoli: «La mèsse è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della mèsse che mandi operai nella sua mèsse!».


Dio ci guarda
Dalle «Lettere» di san Cipriano

Mentre lottiamo e combattiamo la battaglia della fede, Dio ci guarda, ci guardano i suoi angeli, ci guarda anche Cristo. Che onore grande e che felicità combattere sotto lo sguardo di Dio, essere coronati da Cristo giudice!
Armiamoci, fratelli carissimi, raccogliamo tutte le forze e disponiamoci alla battaglia con animo integro, con fede piena e con virtù solide. Tutte le schiere di Dio avanzino così verso il combattimento che devono sostenere.
L'Apostolo c'insegna ad armarci e a prepararci dicendo: «Cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace, tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno. Prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la Parola di Dio» (Ef 6, 14-17).
Prendiamo queste armi, muniamoci di queste difese spirituali e celesti per poter resistere e respingere gli assalti del diavolo nel giorno del male.
Rivestiamoci della corazza della giustizia, perché il nostro petto sia difeso e protetto contro i colpi del nemico. I nostri piedi siano calzati e muniti dell'insegnamento evangelico. Cominciando così a calpestare e a schiacciare il serpente, non saremo morsi e vinti da lui.
Teniamo saldamente lo scudo della fede, perché contro di esso si estingua ogni dardo infuocato che il nemico ci scaglia addosso.
Prendiamo anche a protezione della testa l'elmo spirituale, per difendere i nostri orecchi dall'ascolto di parole mortifere, i nostri occhi da immagini detestabili. Sia premunita la fronte per conservare inviolato il segno di Dio, la nostra bocca per confessare vittoriosamente il Signore Gesù Cristo.
Armiamo anche la nostra destra con la spada spirituale, perché respinga vigorosamente i sacrifici immondi e, memorie dell'Eucaristia, prenda il corpo del Signore, lo stringa in attesa di ricevere poi da Dio il premio delle celesti corone.
Queste cose, fratelli carissimi, restino nei vostri cuori. Se, mentre pensiamo e meditiamo queste cose, arriverà il giorno della persecuzione, il soldato di Cristo, istruito dai suoi precetti e dai suoi moniti, non temerà la battaglia, ma sarà pronto per la corona.

Preghiera
O Dio, che al santo vescovo Stanislao hai dato la grazia di concludere con il martirio il suo servizio pastorale, concedi anche noi, che lo veneriamo come intercessore, di perseverare, forti nella fede, per tutti i giorni della nostra vita.