Venerdì della XXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Grado della Celebrazione: FERIA - Colore liturgico: VERDE
Infatti, chi è avvolto dalle tenebre dell’ignoranza non potrà guidare alla conoscenza della verità quelli che si trovano nelle sue stesse penose condizioni. Se per caso ci provasse, finirebbero col ruzzolare tutti e due nella fossa delle passioni. Se il Maestro non giudica ancora, come ti permetti di pronunziare sentenze? Egli non è venuto per giudicare il mondo ma per usargli misericordia. (Cirillo di Alessandria)

Dal vangelo secondo Luca (6, 39-42)
Può forse un cieco guidare un altro cieco?

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».


Le guide cieche
Commento di Padre Lino Pedron

Il comandamento: "Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro" (6,36) è l'unica strada maestra per la salvezza. Chi insegna diversamente è una guida cieca (v. 39), un maestro falso (v.40); chi critica il male altrui, e non vede il proprio, è un ipocrita (vv.41-42).
Solo la misericordia può salvare l'uomo dal male perché è quell'amore che non tiene conto del male e lo volge in bene.
La cecità fondamentale è quella di non ritenersi bisognosi della misericordia di Dio. Cieco è il discepolo che non ha sperimentato la misericordia di Dio donatagli in Cristo. Per questo il suo agire è senza misericordia.
Il male che io condanno nel fratello è sempre una piccola cosa rispetto al male che commetto io arrogandomi il diritto di giudicarlo: tanta è la gravità del giudicare! Il vero male non è tanto il male che si compie, quanto la mancanza di misericordia che ne impedisce il riscatto. Il giudizio senza misericordia nei confronti di una colpa grave è sempre più grave della colpa stessa.
Chi critica se stesso invece degli altri, si scopre bisognoso di misericordia quanto e più degli altri. Questa misericordia gli toglie la cecità e lo rende capace di vedere bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del fratello.
L'unica correzione possibile è l'occhio buono del perdono e della misericordia. La trave che il discepolo deve levarsi dall'occhio è la presunzione di essere giusto. Solo chi si sente graziato e perdonato può graziare e perdonare. E sempre senza scandalizzarsi del peccato altrui, perché è sempre una pagliuzza rispetto alla trave che è nel nostro occhio.

Preghiera
Aiutaci, Signore, a vincere il nemico della nostra anima! Donaci l’umiltà di riconoscere i nostri errori, così da non ergerci mai a giudici dei nostri fratelli! Fa’ che non ci sentiamo mai superiori, perché nel momento stesso in cui tentassimo di superare gli altri nella corsa verso di Te, ci troveremmo a terra, schiacciati dalla nostra superbia. Insegnaci a ritmare il nostro passo su quello dei fratelli che corrono o camminano o si trascinano con grande fatica, così da arrivare tutti insieme, tenendoci per mano, aiutandoci l’un l’altro con tanto amore e umiltà.