21 settembre - San Matteo

Grado della Celebrazione: FESTA - Colore liturgico: ROSSO
Per noi ogni giorno può essere il momento della chiamata e della conversione, in cui cominciamo davvero a seguire il Signore.

Breve biografia
Matteo è davvero quel conoscitore della Scrittura che ha imparato ciò che riguarda il Regno di Dio, ed «è come un padrone di casa che trae fuori dal suo deposito cose nuove e cose vecchie» (Mt 13,52). Egli era uomo di una certa cultura, esattore delle imposte (pubblicano) a Cafarnao; di formazione ellenistica, pare che abbia grecizzato il suo nome, Levi, di origine ebraica (Mc 2,14; Lc 5,27). Il compito svolto da questo discepolo di Gesù nella trasmissione del vangelo è di capitale importanza. Dopo la risurrezione si erano raccolti alcuni episodi della vita del Signore, e organizzati dei «discorsi» (raccolta di parole del Signore) attorno ad alcune parole-chiave. Questi elementi di «lieto annuncio» del Cristo, potevano servire ai primi cristiani, a «compimento» delle letture dell’Antico Testamento che ascoltavano ancora nelle sinagoghe. Matteo, anche in base a queste prime redazioni, scrisse in aramaico un’ampia sintesi di «parole» e di «fatti» di Gesù mettendo in rilievo la sua «messianità» e la posizione dei cristiani, cioè della Chiesa di fronte alla legge e al culto dell’Antica Alleanza.
Il Vangelo di Matteo, quale lo possediamo ora in greco, ha subito l’influsso di quelli di Marco e di Luca, pur conservando la sua spiccata fisionomia. È il vangelo del «Regno di Dio», del «compimento» in Cristo dell’Antica Alleanza. È il vangelo delle Beatitudini e del Discorso della Montagna, delle parabole del Regno e del giudizio universale. È il vangelo della «Chiesa», fondata sulla roccia che è Pietro, e del suo mistero. La liturgia l’ha sempre usato in modo particolare.
Nulla sappiamo, purtroppo, di storicamente certo dell’apostolato di Matteo, né delle circostanze della sua morte o del suo martirio.

Dal vangelo secondo Matteo (9, 9-13)
"Seguimi". Ed egli si alzò e lo seguì

In quel tempo, mentre andava via, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».


Seguimi!
Poche, scarne parole per raccontare una storia infinita, di un uomo che, in un attimo, butta all’aria tutto ciò che fino a quel momento aveva riempito la sua vita, e va incontro all’ignoto.
Cosa ne poteva sapere, infatti, Matteo, di ciò che lo aspettava nel seguire il Maestro Gesù di Nazareth?
Sì, ne aveva sentito parlare… Forse egli stesso lo aveva ascoltato quando diceva parole nuove, mai dette prima da alcun uomo, neppure dai dottori del Tempio…
E allora, che cosa spinge Matteo ad alzarsi e, prontamente, seguire Gesù che lo invita a seguirlo?
Certamente, è lo Spirito che abita in Lui e attira a Sé irrimediabilmente… E poi quello sguardo così limpido, che scruta fin nel più profondo del cuore… Quella voce armoniosa che sembra cantare dolci armonie d’amore…

Preghiera
Signore Gesù, anche noi vogliamo essere guardati da Te con il medesimo sguardo d’amore, e udire lo stesso richiamo: “Seguimi”…
Ma, soprattutto, Signore Gesù, ti chiediamo di aprirci il cuore, gli occhi, gli orecchi, per poterti amare, guardare, ascoltare come ti amò, ti guardò e ti ascoltò il tuo apostolo ed evangelista Matteo.
E ti seguiremo dovunque ci vorrai portare, senza pentimenti, senza incertezze, perché sappiamo che Tu ci ami e ci conduci verso Casa…
E se il cammino sarà difficile e impervio, se non mancheranno sofferenze e difficoltà, affronteremo ogni cosa con gioia, perché ciò che ci attende non ha prezzo, e non finirà mai…