03 Settembre - San Gregorio Magno

Grado della Celebrazione: MEMORIA - Colore liturgico: BIANCO
Non preoccupatevi di quel che avete, ma di quel che siete. (San Gregorio Magno)

Breve biografia
Gregorio Magno fu un uomo veramente mirabile, una personalità che conquista per la forza e l’amabilità dei carattere: delle sue opere mirabili è grande lui stesso, sebbene esile e sovente e malato. In lui l’immensità del cuore e lo spirito cristiano sostenevano tutto. Nato verso il 540 dalla famiglia senatoriale degli Anicii, fu prima Prefetto di Roma, poi monaco appassionato della contemplazione dei misteri di Dio nella lettura della Bibbia. Mandato dal Papa come suo rappresentante a Costantinopoli, vi restò sei anni, monaco in mezzo alla corte. Tornato a Roma e fatto Papa, il 3-IX-590, si dimostrò uomo di azione, pratico e intraprendente (chiamato «l’ultimo dei Romani»), attento a tutte le necessità. Fu amministratore avveduto ed energico, sia nelle cose sociali e politiche per provvedere alle popolazioni bisognose di aiuto e di protezione, sia nelle questioni interne della Chiesa universale. Ebbe a trattare con la Germania, la Spagna, la Gallia, l’Africa, l’impero di Bisanzio. Fu sollecito particolarmente dell’Italia provata da alluvioni, carestie, pestilenze, incursioni dei Longobardi. Di questi avvio la conversione e mandò missionari in Inghilterra. Riorganizzò a fondò la liturgia romana, ordinando le fonti liturgiche anteriori e componendo nuovi testi, e promosse quel canto tipicamente liturgico che dal suo nome si chiama «gregoriano».
Mistico originale e personale (pur riallacciandosi a sant’Agostino), lo si scopre oggi più teologo di quanto non sembri a prima lettura dei suoi scritti, che hanno avuto un profondo influsso sulla spiritualità medievale. Egli è uno dei quattro grandi «dottori» della Chiesa occidentale. Ha parlato e scritto molto sul mistero della Parola di Dio.

Dal vangelo secondo Giovanni (10, 11-16)
Il buon pastore offre la vita per le pecore.

In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore.
E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore». 

Il buon pastore e il mercenario
(Dall'omelia di San Gregorio Magno)
Avete udito, fratelli carissimi, dalla le ttura evangelica odierna, un ammaestramento per voi e un pericolo per me. Infatti colui che è buono non per un dono aggiuntivo, ma per sua stessa natura, dice: " Io sono il buon pastore " (Gv 10,11). Poi, subito evidenzia l`elemento costitutivo della sua bontà, per far sì che noi possiamo imitarlo, ed aggiunge: " Il buon pastore dà la vita per le sue pecore (ibid.) " . Inoltre, egli fece quel che insegnò , e mostrò con l`esempio quanto comandava. Il buon pastore dette la sua vita per le pecore del suo gregge, cambiando il suo corpo e il suo sangue nel nostro S acramento, per sfamare con il cibo della sua carne coloro che aveva redento. In tal modo ci viene indicata la via del disprezzo della morte, perchè possiamo seguirla ; ci viene proposto un modello da imitare. Anzitutto noi pastori di anime dobbiamo dare i nostri beni per le pecore del Signore; poi, se si rende necessario, per esse dobbiamo affr ontare la morte. Dal dono delle cose esteriori che poi è il meno si arriva al dono della vita, che è il massimo tra tutti i doni. E siccome l`anima che ci fa dei viventi è incommensur abilmente più preziosa delle cose terrene in nostro possesso, chi non dà per le pecore del Si gnore i beni esteriori, come farà a dare per loro la propria anima ? Eppure quanti sono coloro che per l`attaccamento ai beni del mondo si alienano il diritto di essere chiamati pastori! Di costoro, la divina Parola dice: " Il mercenario, e chi non è pastore, a cui non apparten gono le pecore, quando vede venire il lupo abbandona le pecore e fugge " (Gv 10,12).

Preghiera
O Dio, che guidi il tuo popolo con la soavità e la forza del tuo amore, per intercessione del papa san Gregorio Magno dona il tuo Spirito di sapienza a coloro che hai posto maestri e guide nella Chiesa, perché il progresso dei fedeli sia gioia eterna dei pastori. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.