Sabato della XXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Grado della Celebrazione: FERIA - Colore liturgico: VERDE
Dobbiamo diventare terreno buono per accogliere tutta la Grazia che Dio ci dona! La Parola di Dio è un tesoro inesauribile, la sua conoscenza ci aiuta nel cammino spirituale, illumina la conversione interiore e ci permette di agire con umiltà, docilità, verità. (Padre Giulio Maria Scozzaro)

Dal vangelo secondo Luca (8, 4-15)
Il seme caduto sul terreno buono sono coloro che custodiscono la Parola e producono frutto con perseveranza.

In quel tempo, poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: «Il seminatore uscì a seminare il suo seme. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la mangiarono. Un’altra parte cadde sulla pietra e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità. Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
I suoi discepoli lo interrogavano sul significato della parabola. Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo con parabole, affinché
vedendo non vedano e ascoltando non comprendano.
Il significato della parabola è questo: il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, ricevono la Parola con gioia, ma non hanno radici; credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova vengono meno. Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita e non giungono a maturazione. Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza.


Il seme
È lui, il protagonista: il seme! Il seminatore è Dio, e noi sappiamo che la Sua Bontà è infinita, grande quanto e più dell’universo! Perciò è naturale che la Sua Mano sparga il seme ovunque, con larghezza, addirittura, potremmo dire, con esagerazione!...  Sì, perché il Suo Amore è infinito, e desidera raggiungere tutti, ma proprio tutti, anche il più misero uomo di questa terra, perché Egli tutti li ama e tutti li desidera con Sé in Paradiso.  E come esprime, questo grande Buon Papà, il Suo Amore per tutti i figli che sono usciti dal Suo immenso Cuore? Facendo scendere su ognuno di loro il Suo seme fecondo di ogni bene, che è il Suo Verbo, la Sua Parola.  Ora, noi sappiamo che un seme, per poter giungere alla maturazione e conseguire il fine per cui è creato, deve trovare un terreno accogliente, in cui annidarsi e, nel buio e nel silenzio, lasciarsi macerare e marcire, così da attecchire nel terreno, mettere radici e, alla fine, bucare la dura zolla e porgere stelo e foglie alla luce del sole e al refrigerio della pioggia…

Preghiera
Ma… a noi, che oggi riflettiamo su questa parabola di Gesù, che cosa viene chiesto?  Semplicemente di essere terreno buono, che accoglie il Seme della Parola di Dio e lo nutre, affinché esso possa crescere e trasformarsi prima in un piccolo germoglio e poi, con la forza della preghiera e della Grazia che il Signore non fa mai mancare, possa diventare sempre più forte, sempre più rigoglioso, fino a dare buoni frutti, da cui nasceranno altri semi, che andranno a fecondare altri terreni…  Vieni, divin Seminatore! Continua a spargere abbondantemente la Tua Parola nei nostri cuori, e aiutaci ad essere terreno buono e fertile, e ad attendere pazientemente che essa ci trasformi e ci renda, a nostra volta, con il Tuo aiuto, seminatori nei cuori dei fratelli.