10 agosto - San Lorenzo

Grado della Celebrazione: FESTA - Colore liturgico: ROSSO
Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.
 
Diacono e martire

Desideroso, come riferisce san Leone Magno, di condividere la sorte di papa Sisto anche nel martirio, avuto l’ordine di consegnare i tesori della Chiesa, mostrò al tiranno, prendendosene gioco, i poveri, che aveva nutrito e sfamato con dei beni elemosinati. Tre giorni dopo vinse le fiamme per la fede in Cristo e in onore del suo trionfo migrarono in cielo anche gli strumenti del martirio. Il suo corpo fu deposto a Roma nel cimitero del Verano, poi insignito del suo nome.

Dal Vangelo secondo Giovanni (12,24-26)

Se il chicco di grano muore, produce molto frutto.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.
Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà».

 
Il chicco di grano
Oggi la Chiesa celebra la festa di san Lorenzo, che ha scelto di marcire come il chicco di grano, per produrre tanto frutto in questa vita e godere del premio eterno nell’altra. Ma il prototipo del chicco di grano è Gesù, è Lui il modello cui ispirarci per fare anche noi, della nostra vita, un miracolo e una meraviglia.
Proviamo a prendere tra le mani un seme, un seme qualunque… rigiriamolo fra le dita, osserviamolo bene… e chiediamoci: ma come è possibile che da questo piccolo seme esca una forza tale da permettere al germoglio, apparentemente così fragile, di bucare la terra, di sfidare pioggia e vento, e spesso anche freddo e gelo, e crescere crescere, fino a diventare albero e produrre frutto?
Non è meraviglioso? Non è un miracolo continuo, che si realizza giorno dopo giorno sotto i nostri occhi, spesso indifferenti, che non riescono a cogliere le meravigliose infinite “nascite” della creazione?
Ecco: noi siamo come questi piccoli semi che, piantati da Dio nel giardino del mondo, devono lasciarsi sotterrare, devono marcire, certamente con dolore, germogliare e faticosamente rompere la terra che li ricopre, innalzarsi verso il Sole, lasciarsi irrorare dalla benefica pioggia, affrontare il vento e il freddo della notte, nutrirsi delle sostanze che il terreno offre loro e produrre abbondanti buoni frutti per la gioia degli uomini.

Preghiera 
Grazie, Gesù, per esserti fatto seme per noi, per donarci la Vita!
Fa’ che anche noi diventiamo seme per i fratelli, per diffondere amore e gioia.
Con gli Angeli del Cielo, con San Lorenzo e con tutti i Santi che si sono lasciati marcire per produrre molto frutto, anche oggi innalziamo a Te, o Trinità Santissima, il triplice canto di gloria e lode: Santo, Santo, Santo il Signore…