Il Signore ci ha liberato dalla schiavitù del peccato e ci chiede di continuare a vivere da uomini liberi.
Cristiano è chi ha scelto Cristo e lo segue
C’è qualcosa di radicale nella vocazione a seguire Gesù (è una caratteristica di ogni cristiano autentico) che ci sconvolge. Si potrebbe essere tentati di invocare una particolarità di modo di pensare, perfino di linguaggio, per addolcire o stemperare gli argomenti del Vangelo. Eppure abbiamo ogni interesse a prendere il Vangelo per ciò che è, ed approfittare della sua freschezza, del suo vigore.
Seguire Cristo non è una cosa come un’altra, che si possa conciliare con esigenze parallele o contrarie. Chi intraprende questo cammino deve sapere fin dall’inizio che sarà il discepolo di un povero che non ha un luogo dove posare il capo, di un uomo che ha saputo non senza pericolo rompere certi legami, e che, una volta impegnatosi in una missione, non si è più guardato alle spalle.
Ci si abitua troppo facilmente a vedere i cristiani prendere e lasciare il messaggio evangelico; ora, questo disturba e deve disturbare il male che non cerca che di radicarsi in noi. Bisogna rinnovare il nostro impegno battesimale ricevendo per oggi le dure parole di Gesù, ed accettare coraggiosamente di essere dei discepoli che camminano sui suoi passi, sicuri di trovare, oltre il cammino pietroso, la felicità della vera vita.
Dal vangelo secondo Luca (9, 51-62)
Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme. Ti seguirò ovunque tu vada.
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé.
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».
Liberi verso il Regno
di Marco Pratesi
Pensiamo a un atleta sotto sforzo. Sa che dovrà passare attraverso la morte, e fa appello a tutte le sue energie per andare verso la meta. Nei tre anonimi discepoli di cui parla il brano evangelico vediamo ogni discepolo, ognuno di noi, chiamato a percorrere il proprio cammino dietro al Maestro; cammino presentato in questi tre miniepisodi come cammino di liberazione e di rinunzia.
Per scegliere qualcosa devo rinunziare a qualcos’altro. La rinunzia è quindi un aspetto della scelta. Sarebbe sbagliato isolare la privazione e farne un valore in se stesso: rinunzio a qualcosa per acquistare qualcos’altro che, evidentemente, ritengo preferibile.
Senza la capacità di rinunziare, anzi, non c’è nemmeno la libertà che è condizione di ogni scelta: se non so fare a meno di qualcosa, non posso essere libero di scegliere. Gesù sceglie decisamente il regno di Dio. Se anche noi vogliamo sceglierlo, ci è richiesta l’indipendenza dalle «tane» e dai «nidi» (v. 58), dalla cuccia calda: casa, beni materiali, affetti familiari. Ci è poi richiesta la libertà dal passato, camminare con Gesù senza «guardare indietro».
È libero colui che è proteso in avanti, che vede la vita davanti e non dietro a sé. Altrimenti è un morto che seppellisce morti.
Gesù domanda di liberarci da quello che ci blocca, ci appesantisce, rimettendo in questione anche quello che sembra indiscutibilmente buono e necessario. Seguire Gesù significa essere permanentemente in strada; gente di passaggio, viandanti in cammino verso la salvezza di Dio.
Preghiera
Gesù, vorrei seguirti ovunque Tu vada!
Però Tu attendimi se spesso dovrò sedermi a riposare.
Rallenta il passo, Gesù, quando mi riuscirà difficile starti dietro.
Illuminami il cammino, quando le tenebre del peccato oscureranno la mia lampada.
Indicami il giusto sentiero quando il tentatore sferrerà i suoi attacchi per farmi sviare.
Sostienimi, quando sarò così stanca da non riuscire a stare in piedi.