5 giugno - San Bonifacio

Grado della Celebrazione: MEMORIA - Colore liturgico: ROSSO 
Stiamo saldi nella lotta nel giorno del Signore, poiché sono giunti giorni di afflizione e miseria... Non siamo cani muti, né osservatori taciturni, né mercenari che fuggono davanti ai lupi! Siamo invece Pastori solerti che vegliano sul gregge di Cristo, che annunciano alle persone importanti e a quelle comuni, ai ricchi e ai poveri la volontà di Dio... nei tempi opportuni e non opportuni... (San Bonifacio)

Apostolo della Germania
Il missionario anglosassone Vinfrido fu chiamato Bonifacio dal papa san Gregorio II in onore di un martire, mentre gli affidava una nuova missione. Fu un auspicio. Definire Bonifacio «Apostolo della Germania» è dire poco. L’attività missionaria di questo monaco benedettino si estese pure al regno franco, e le relazioni con la sua patria anglosassone e i continui contatti con i papi gli conferiscono un’importanza di dimensione europea. Nell’opera missionaria non dimenticò la sua condizione di monaco; le fondazioni e le riorganizzazioni delle Chiese erano accompagnate da insediamenti monastici. Ebbe la sorte di trovare dei buoni collaboratori. Come vescovo di Magonza s’interessò della Chiesa in Baviera, Turingia, Assia e Sassonia celebrando sinodi e codificando gli adattamenti del diritto ecclesiastico romano alla «cultura» nordica. Assassinato dai Frisoni presso Dokkum (Paesi Bassi) sigillò col sangue l’autenticità del Vangelo che vi stava predicando. Il suo corpo è a Fulda, ancor oggi centro vivente della Germania cattolica.

Dal vangelo secondo Luca (10, 1-9)
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe.
Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi.
Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio».


Pastore sollecito che vigila sul gregge di Cristo 
Dalle «Lettere» di san Bonifacio, vescovo e martire
La Chiesa è come una grande nave che solca il mare del mondo. Sbattuta com'è dai diversi flutti di avversità, non si deve abbandonare, ma guidare.
Grandi nocchieri furono i primi padri, quali Clemente e Cornelio e moltissimi altri a Roma, Cipriano a Cartagine e Atanasio ad Alessandria. Essi al tempo degli imperatori pagani, governavano la nave di Cristo, anzi la sua carissima Sposa. Insegnarono, combatterono, faticarono e soffrirono fino a dare il loro sangue.
Al pensiero di queste cose e di altre simili, timore e spavento mi hanno invaso e quasi mi hanno sopraffatto (cfr. Sal 54, 6) le tenebre dei mie peccati. Perciò avrei voluto abbandonare del tutto il timone della Chiesa, se avessi trovato precedenti simili nei Padri o nelle Sacre Scritture. Ma non potendolo fare, l'anima mia stanca ricorre a colui che per mezzo di Salomone dice: «Confida nel Signore con tutto il cuore e non appoggiarti sulla tua intelligenza; in tutti i tuoi passi pensa a lui ed egli appianerà i tuoi sentieri» (Pro 3, 5-6). Ed altrove: «Il nome del Signore è una torre fortissima. Il giusto vi si rifugia ed è al sicuro» (Pro 18, 10).
Stiamo saldi nella giustizia e prepariamo le nostre anime alla tentazione per ottenere l'appoggio di Dio e diciamogli: «O Signore, tu sei stato per noi rifugio di generazione in generazione» (Sal 89, 1).
Confidiamo in lui che ha messo sulle nostre spalle questo peso. Ciò che noi da soli non siamo capaci di portare, portiamolo con il suo auto. Egli è onnipotente e dice: «Il mio giogo è dolce e il mio carico leggero» (Mt 11, 30).
Stiamo saldi nella battaglia fino al giorno del Signore, perché ci sono venuti addosso giorni di angustia e di tribolazione. Moriamo, se Dio vorrà, per le sante leggi dei nostri padri, per poter conseguire con essi l'eredità eterna.
Non siamo dei cani muti, non siamo spettatori silenziosi, non siamo mercenari che fuggono il lupo, ma pastori solleciti e vigilanti sul gregge di Cristo. Predichiamo i disegni di Dio ai grandi e ai piccoli, ai ricchi e ai poveri. Annunziamoli a tutti i ceti e a tutte le età finché il Signore ci darà forza, a tempo opportuno e importuno, a quel modo che san Gregorio scrisse nella sua «Regola Pastorale».

Preghiera
Interceda per noi, o Signore, il santo vescovo e martire Bonifacio, perché custodiamo con fierezza e professiamo con coraggio la fede che egli ha insegnato con la parola e testimoniato con il sangue.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.