Noi siamo in Dio più della pupilla del nostro occhio. Egli ci porta nel grembo, come una donna porta il bambino che ha concepito. Dio è la casa dove abitiamo sempre senza poterne uscire; Egli è la nostra vita, il nostro cibo poiché è lui che ci fa vivere e ci nutre più di quanto una madre nutre il suo bambino. (Sant' Andrea Uberto)
Dal vangelo secondo Marco (12, 13-17)
Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio.
In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso.
Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?».
Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono.
Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio».
E rimasero ammirati di lui.
Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio.
Questa volta farisei ed erodiani si mettono d’accordo per tentare di intrappolare Gesù nelle stesse Sue parole e affermazioni. “È lecito o no pare il tributo a Cesare?”. È una domanda provocatoria, dettata da falsità e ipocrisia.
Se Gesù risponde che no, non è lecito, allora si inimicherà Erode e i suoi ministri. Se invece risponde che sì, è lecito, allora i nemici saranno i capi del Sinedrio.
Ma Gesù non si lascia certo ingabbiare dalla domanda subdola. E mostra la sua superiorità e la sua sapienza. Risponde alla domanda con un’altra domanda, che spiazza i suoi avversari. “Questa immagine, e l’iscrizione, di chi sono?”.
Domanda retorica, alla quale non è possibile sottrarsi: “Di Cesare”, rispondono. E allora, se è di Cesare, bisogna ridarla a lui, che ne è il legittimo proprietario.
Ma allora, a Dio che cosa dobbiamo? Gli dobbiamo la nostra stessa vita, perché è Lui che ce l’ha donata, ed in ognuno di noi è inscritto il Suo Nome. Che bella lezione anche per noi, oggi! Una lezione che ci impegna per tutta la durata dei nostri giorni.
Preghiera
Dacci, o Signore, la Sapienza per poter discernere in ogni momento della nostra vita quali sono le cose che ci vengono donate dalla Tua infinita Bontà: tutto, infatti, nasce dal tuo Cuore largo di misericordia. Fa’ che sappiamo cogliere in tutte le cose non solamente un’occasione per sopperire ai nostri bisogni, ma soprattutto la possibilità di purificarle per poterTele ridonare condividendole con i nostri fratelli.