SANTISSIMA TRINITA' (ANNO A)

Grado della Celebrazione: SOLENNITA' Colore liturgico: Bianco
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, a Dio, che è, che era e che viene.

Celebrazione mobile
Spesso ci si immagina un “Dio” lontano, astratto, ridotto quasi a un sistema di idee contorte o semplicissime, ma inesplicabili.
Soprattutto quando ci si accosta alla dottrina della Trinità, si ha l’impressione di essere di fronte a una sciarada beffarda.
E invece, l’essere concretissimo di Dio è comunione che liberamente si effonde. Anzi, ci chiama a varcare la soglia della sua vita intima e beatificante.
Non riusciamo a capire perché Dio si sia interessato di noi: più di quanto, forse, noi ci interessiamo a noi stessi.
Proprio mentre eravamo peccatori, il Padre ha mandato il suo Figlio per offrirci la vita nuova nello Spirito. Liberamente. Per amore. “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito”.
Cristo non si impone. Non costringe ad accettarlo. Si consegna alla nostra decisione.
È questa la vertigine della vita umana. Possiamo passare accanto al Signore Gesù che muore e risorge, senza degnarlo di uno sguardo nemmeno distratto.
E, tuttavia, non possiamo fare in modo che egli non esista come il Dio fatto uomo che perdona e salva. “Chi non crede è già stato condannato”.
Ma se ci apriamo alla sua dilezione...
Allora Cristo si rivela come colui che ha suscitato in noi tutte le attese più radicali. E colma a dismisura queste attese.
È la redenzione. È la grazia. È lo Spirito che abita in noi e ci conforma al Signore Gesù.
La vita nuova, che ci viene donata, apparirà in tutta la sua gloria oltre il tempo. Inizia qui, ed è la “vita eterna”.

Dal Vangelo secondo Giovanni 3,16-18
Dio ha mandato il Figlio suo perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo:
«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».


La Trinità è vita
di don Roberto Seregni

L'acqua è vita. Senz'acqua non esisterebbe nulla, tutto sarebbe polvere e morte. Nel suo stato liquido, gassoso e solido, l'acqua è la materia della vita. Cosí è la Trinità. Si manifesta con tre volti differenti, ma è la fonte unica e insostituibile della vita. Gesù è l'acqua zampillante, lo Spirito è alito di vita e il Padre è il ghiaccio infuocato dell'amore.
Gesù è l'acqua viva che disseta la nostra arsura (Gv 4,1-26). Siamo assetati di bellezza e di verità, ci buttiamo ansiosamente su tutto ciò che promette di saziare il nostro bisogno d'infinito, ma le promesse rimangono tali, e si ripete, purtroppo, ciò che aveva annunciato Geremia: ?Il mio popolo ha abbandonato me, sorgente di acqua viva, e si è scavato cisterne, cisterne piene di crepe, che non trattengono l'acqua? (Ger 2,13). Ma lui ci aspetta seduto al pozzo, come fece con la donna di Samaria. Il suo costato trafitto continua a spillare sangue ed acqua per tutti gli assettati della terra.
Lo Spirito è la brezza leggera del mattino, carica di rugiada e di novità. È un vapore leggero che fa fiorire il deserto (Is 35,1-2), è una nuvola che accompagna e orienta il camino del popolo (Es 13,22), è un'ombra che protegge (Sal 121,5), è un soffio delicato e potente (Gv 20,22) che riempie di vita e passione le vele della Chiesa in cammino del mondo.
Il Padre è il ghiaccio infuocato dell'amore che spacca i nostri cuori di pietra e trapianta in noi un cuore di carne (Ez 36,26), purifica i nostri peccati e ci fa piú bianchi della neve (Sal 50,9). Egli ?soffia la gelida tramontana sull'acqua che si condensa in ghiaccio? (Sir 43,20) e ci protegge come una corazza dagli attacchi del nemico. La sua parola è come ?la pioggia e la neve che scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare?. (Is 55,10)

Che Cristo sazi la tua sete. Che lo Spirito ti avvolga e ti protegga. Che il Padre ti rivesta di candida e soffice bellezza.

Preghiera di Don Mario Simula
Gesù, oggi sei vittorioso su tutto il fronte della mia vita.
Quante volte ti ho detto che non so pregare, che non so amare, che non so conoscere il tuo amore.
Oggi, Gesù, le mie labbra sono in silenzio.
Devo dare spazio soltanto agli occhi per contemplare la meraviglia indescrivibile dell'amore di Dio Padre, Figlio e Spirito.
Devo soltanto affinare il mio odorato per comprendere che quell'Amore ha un profumo inebriante. Devo rendere attento il mio udito perché possa sentire nell'universo il passaggio leggero e ristoratore del tuo amore.
Devo rendere sensibili le mie mani perché possano toccare l'Amore.
Gesù, come mi sento piccolo. Vorrei buttarmi per terra e da quella piccolezza e da quella polvere sbirciare, furtivamente, il cuore amoroso di Dio. Un po' alla volta, un pezzo per volta. Se cogliessi con un solo sguardo tutto l'Amore, morirei d'amore.
Gesù, rimango piccolo, rimango peccatore, rimango smarrito, rimango pellegrino di questa terra; però capisco che ad avvolgermi in una nube di tenerezza c'è sempre il Padre. C'è sempre il Figlio che mi salva. C'è sempre lo Spirito che mi rinnova.
Gesù, rimango sempre piccolo davanti all'Amore di Dio. Un puntino. Un verme. Un soffio di vento. Eppure l'Amore di Dio ama, ama e ama il puntino, il verme, il soffio di vento. Ama me.