XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Grado della Celebrazione: DOMENICA - Colore liturgico: VERDE
Apriamo il nostro cuore alla speranza nella pienezza della vita dopo e oltre la morte.


Testimoni della risurrezione
Oggi molti faticano a credere all’aldilà.
Ciò à dovuto da una parte alla critica marxista che vede nell’attesa della vita eterna una evasione dalla responsabilità di trasformare questo mondo, e dall’altra alla civiltà del benessere tutta tesa a proporre una edonistica felicità in questo mondo.
Noi cristiani siamo i testimoni della risurrezione: dicendo che il nostro Dio è il Dio dei vivi e non dei morti, noi facciamo un’affermazione che non riguarda solo l’aldilà, ma anche il presente.
Dio dei vivi, di chi già oggi è veramente vivente, impegnato fino in fondo nella vita per migliorare la situazione della umanità. Vita che non può finire perché è la stessa vita di Dio, vita che quindi continua al di là della morte fisica.

Dal vangelo secondo Luca (20, 27-38 Forma breve 20, 27.34-38)
Dio non è dei morti, ma dei viventi.

[ In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione ] – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: [ «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui». ]


Chi è Dio per te? Chi è Dio per noi? 
Il Dio dei morti...ovvero un Dio-tradizione, un Dio-statua, un Dio-idolo, fatto di riti vuoti e funzioni liturgiche morte; un Dio che conta il numero dei nostri peccati e chiede in riscatto la nostra felicità, che vuole un certo numero di preghiere giornaliere per porgere orecchio alla nostra supplica, o ancora un Dio-icona lontano dalla nostra vita, dalla nostra quotidianità, che serve più come consolazione per un dubbioso aldilà che come certezza del nostro oggi.
E' questo il nostro Dio?
Oppure è il Dio dei viventi, cioè di coloro che sognano, che lottano per un mondo più giusto, di coloro che scelgono di essere differenza; di quanti prendono il Vangelo come modello di vita; di coloro che si sentono figli e lo sono realmente!
Di coloro che amano perché si sentono amati; di coloro che perdonano perché hanno conosciuto il Dio Misericordia; di coloro che camminano perché hanno incontrato Dio per strada.
Ecco il nostro Dio! Il nostro Dio Amore, il nostro Dio Padre, il Dio dei Viventi che manda il sole sui buoni e sui cattivi perché li ama tutti e ci chiede di fare lo stesso.

Preghiera
Dio grande e misericordioso, allontana ogni ostacolo nel nostro cammino verso di te, perché, nella serenità del corpo e dello spirito, possiamo dedicarci liberamente al tuo servizio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.