La preghiera richiede perseveranza e impegno. Pregare bene, pregare con fiducia, pregare senza stancarsi mai: pregare quando dà gioia, pregare quando facciamo fatica: questo è l'insegnamento di Gesù. Così alimentiamo la fede, accogliamo la salvezza del Signore.
La preghiera, cibo dell'anima
Ci sono dei momenti i cui, qualunque sia la posizione del corpo, l'anima è in ginocchio.
Come Mosè, dobbiamo rimanere con le mani alzate fino al tramonto del sole, rimanere cioè in un colloquio intimo e continuo con il Signore.
La preghiera non è soltanto un'azione, un momento, un rito, è un respiro dell'anima, è la vita stessa del credente, è il cibo quotidiano per crescere nella statura di Cristo.
Bisogna rimanere saldi nella conoscenza e nella fede, permettendo ad altri (singoli o comunità), di sostenere le braccia perché il Figlio dell'uomo, quando tornerà - e sappiamo che tornerà - vorrà trovare la fede sulla terra, fede come quella della vedova insistente. E la fede, per essere di qualità, cioè quella della Chiesa, deve essere alimentata costantemente nella preghiera.
Dal vangelo secondo Luca (18, 1-8)
Dio farà giustizia ai suoi eletti che gridano verso di lui.
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
Farà loro giustizia
La preghiera cristiana non è una richiesta di intervento immediato di Dio, non è una formula magica che risolve i problemi, ma aderisce e accetta la libertà e la pazienza di Dio. Altrove nel Vangelo di Luca ( Lc 11, 13 ), Gesù ci dice che Dio ci darà non tanto quello che chiediamo, ma lo Spirito Santo per comprendere il significato di quello che ci capita ed essere suoi testimoni. La preghiera di domanda esemplare è quella di Gesù nel Getsemani : “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice ! Tuttavia non sia fatta la mia ma la volontà” (Lc 22, 42 ). Il credente non vuole piegare Dio a fare la propria volontà, utilizzarlo per compiere i propri desideri, ma ottenere la grazia di conformare la propria volontà alla sua. Lui solo sa ciò che è veramente nostro bene.
La preghiera di domanda, quando è autentica, è sorgente di impegno per cominciare a fare quello che chiediamo. Pregare per la pace, spinge ad impegnarci per la pace ; pregare perché cessino le sofferenze, spinge ad aiutare chi soffre. Per questo non deresponsabilizza mai l’uomo, anzi lo responsabilizza maggiormente.
Preghiera
Tu apristi gli occhi del nostro cuore perché conoscessimo Te, il solo altissimo, nell’altissimo dei cieli, il santo che riposi tra i santi, che umili la potenza dei superbi, che scioglie i disegni dei popolo, che esalta gli umili e abbassi i potenti. Tu che arricchisci e impoverisci, che osservi le opere umane, che soccorri quelli che sono nel pericolo e salvi i disperati. Ti preghiamo, Signore, sii il nostro soccorso e sostegno. ( San Clemente di Roma)