Chi ha poca carità vede pochi poveri. Chi ha molta carità vede molti poveri. Chi non ha carità non vede nessuno. (Primo Mazzolari)
Il Signore guarda il cuore.
Sant'Agostino
Forse quel povero venne preso dagli angeli a causa della sua miseria, e quel ricco venne gettato ai supplizi per colpa delle sue ricchezze? Dobbiamo comprendere che in quel povero venne premiata l'umiltà, come in quel ricco venne condannata la superbia.
Brevemente vi dimostro che non le ricchezze ma la superbia fu punita in quel ricco. Di quel povero si dice che fu sollevato nel seno di Abramo; ma Abramo, secondo la Scrittura, possedeva lui stesso grande quantità d'oro e d'argento ed era stato ricco in terra (Gen 13,2). Se chi è ricco viene gettato fra i tormenti, in qual modo Abramo poté precedere il povero, tanto da accoglierlo nel suo seno? Ma Abramo, pur in mezzo alle ricchezze, era povero, umile, ossequiente a ogni comandamento [divino] e obbediente. A tal segno disprezzava le ricchezze, da immolare, per ordine del Signore, anche il suo figlio, per il quale teneva in serbo le ricchezze (Gen 22,4).
Imparate dunque ad essere poveri ed indigenti: sia che possediate qualcosa in questo mondo sia che non ne possediate. Puoi trovare, infatti, anche dei mendicanti superbi, come puoi trovare umile un uomo pieno di ricchezze. “Dio resiste ai superbi”, tanto se vestiti di seta quanto se coperti di stracci; “agli umili invece dà la sua grazia” (Gc 4,6), sia che posseggano ricchezze in questo secolo sia che non ne posseggano. Dio guarda nell'intimo; ivi pesa, ivi scruta.
Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.
In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».
Il ricco Epulone
Papa Francesco
La parabola del ricco Epulone è una parabola ricca di significati, che ci mostra come Dio desideri che dimostriamo il nostro amore verso Lui aiutando gli altri, ma anche come la misericordia che riceviamo da Dio sia correlata a quella che dimostriamo verso gli altri, particolarmente i poveri e i bisognosi.
La parabola del ricco Epulone e del povero Lazzaro presenta due modi di vivere che si oppongono. Il ricco gode di una vita di lusso e di spreco; mentre, Lazzaro è alla sua porta in povertà estrema, ed è un costante invito alla conversione del ricco, chiamata che questi non fa propria.
Per entrambi la situazione si inverte dopo la morte. Il ricco è stato condannato alle pene dell’inferno, non per la sua ricchezza, ma per non essersi commosso per il povero. Nella sua sventura, chiese aiuto ad Abramo, con il quale stava Lazzaro. Ma la sua richiesta non poté essere esaudita, perché la porta che separava il ricco dal povero in questa vita, si era trasformata, dopo la morte, in un grande abisso.
Questa parabola ci insegna che la misericordia di Dio verso di noi è strettamente legata alla nostra misericordia verso gli altri; quando difettiamo di misericordia verso gli altri, neppure la misericordia di Dio può entrare nel nostro cuore chiuso. Dio vuole che noi Lo amiamo attraverso coloro che incontriamo sul nostro cammino.
Vi invito a non perdere l’occasione, che
si presenta costantemente, di aprire la porta del cuore ai poveri e ai
bisognosi, e così riconoscendo in essi il volto misericordioso di Dio.
Grazie mille.
Preghiera
O Dio, tu chiami per nome i tuoi poveri, mentre non ha nome il ricco epulone; stabilisci con giustizia la sorte di tutti gli oppressi, poni fine all’orgia degli spensierati, e fa’ che aderiamo in tempo alla tua Parola, per credere che il tuo Cristo è risorto dai morti e ci accoglierà nel tuo regno.