14 settembre - Esaltazione della Santa Croce

Grado della Celebrazione: FESTA - Colore liturgico: ROSSO
Alza gli occhi alla croce: vedi che stende i suoi legni come un uomo apre le braccia per accogliere il mondo intero. Venite tutti, sulla croce con Lui, voi che penate sotto il peso del carico (Mt 11,28) ed anche voi col vostro grido. È l’immagine di Dio che, crocifisso, diventa livido. Si eleva da terra fino al cielo, come Colui che è salito al cielo e vorrebbe portarci tutti con Lui. (Santa Teresa Benedetta della Croce)

Il trionfo della Croce
Gli Orientali oggi celebrano la Croce con una solennità paragonabile a quella della Pasqua. Costantino aveva fatto costruire a Gerusalemme una basilica sul Golgota e un’altra sul Sepolcro di Cristo Risorto. La dedicazione di queste basiliche avvenne il 13 settembre dei 335. Il giorno seguente si richiamava il popolo al significato profondo delle due chiese, mostrando ciò che restava del legno della Croce del Salvatore. Da quest’uso ebbe origine la celebrazione del 14 settembre. A questo anniversario si aggiunse poi il ricordo della vittoria di Eraclio sui Persiani (628), ai quali l’imperatore strappò le reliquie della Croce, che furono solennemente riportate a Gerusalemme. Da allora la Chiesa celebra in questo giorno il trionfo della Croce che è segno e strumento della nostra salvezza. «Nell’albero della Croce tu (o Dio) hai stabilito la salvezza dell’uomo, perché donde sorgeva la morte di là risorgesse la vita, e chi dall’albero traeva vittoria, dall’albero venisse sconfitto, per Cristo nostro Signore» (prefazio).
L’uso liturgico che vuole la Croce presso l’altare quando si celebra la Messa, rappresenta un richiamo alla figura biblica del serpente di rame che Mosè innalzò nel deserto: guardandolo gli Ebrei, morsicati dai serpenti erano guariti. Giovanni nel racconto della Passione dovette aver presente il profondo simbolismo di questo avvenimento dell’Esodo (cf prima lettura), e la profezia di Zaccaria, quando scrive: «Volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto » (Zc 12,10; Gv 19,37).
Il simbolo della croce ha sacralizzato per secoli ogni angolo della terra e ogni manifestazione sociale e privata. Oggi rischia di essere spazzato via o peggio strumentalizzato da una moda consumistica. Tuttavia rimane sempre un simbolo che fa volgere lo sguardo a tutti i «crocifissi» di sempre: i poveri, gli ammalati, i vecchi, gli sfruttati, i bambini subnormali, ecc. Essi sono i più degni di essere collocati nel «vivo» delle nostre messe. A noi, figli del «benessere», verrà la salvezza tramite loro, per i quali è sempre valida la parola del Vangelo: «Avevo fame... avevo sete... ero forestiero... ero nudo... ero malato...» (Mt 25).

Dal vangelo secondo Giovanni (3, 13-17)
Bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo.

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».


La Santa Croce di Gesù
Nicodemo ha faticato a comprendere il profondo significato delle parole di Gesù.
Come noi, del resto, perché sono parole dure. Eppure necessarie, perché è proprio per mezzo della croce che è venuta nel mondo la salvezza.
La Chiesa ogni anno propone di “esaltare” la Santa Croce di Gesù. Questa festa, però, ci appare come un paradosso, perché ci risulta difficile esaltare e festeggiare uno strumento terribile come la croce, strumento di repressione e di violenza inaudita.
La croce a cui è stato inchiodato Gesù, infatti, è stata pensata appositamente per umiliare gli schiavi ed i ribelli, per farli morire tra sofferenze atroci davanti agli occhi di tutti, dopo una lunga e terribile agonia.  È mai possibile, allora, benedire questo legno intriso di sudore e di sangue, che ha raccolto il respiro affannoso e gli ultimi spasimi di tanti condannati?  La celebrazione di questo giorno testimonia una trasformazione che solo Gesù, il Figlio di Dio e Figlio dell’Uomo, poteva operare.

Preghiera
Si, perché Tu, Gesù, col Tuo amore illimitato, con l’offerta della Tua vita, hai cambiato il simbolo della morte in un segno di salvezza e di liberazione.
Tu hai trasfigurato uno strumento di crudeltà in un’icona della tenerezza, della misericordia e della pace, vittoriosa sull’odio e sulla morte.
Solo Tu, Signore, attraverso la Croce, cambi il peccato in Grazia, l’odio in Amore, la guerra in Pace.  Grazie, Signore Gesù, Redentore nostro!
Ti esaltiamo, Croce Santa, attraverso cui è venuta per noi la salvezza.