Sabato della XXI settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Grado della Celebrazione: FERIA - Colore liturgico: VERDE
La vita è come una partita in cui ciascun giocatore sfrutta come meglio può le carte che gli sono toccate. Chi insiste a giocare non con le carte che ha ricevuto ma con quelle a cui sostiene di aver diritto, è destinato a fallire nella vita. Non ci viene chiesto se vogliamo giocare. Su questo non c'è scelta, tutti devono partecipare. Sta a noi decidere come. (Antony de Mello) 

Dal Vangelo secondo Matteo (25,14-30)
Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».


I talenti da far moltiplicare
Ad ogni uomo sono distribuiti sapientemente i doni di Dio. Sta a noi conoscerli, accettarli e metterli in pratica con solerzia, senza pigrizie. Ad ognuno dei servi fedeli infatti è detto: “Bene, servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco. Prendi parte alla gioia del tuo padrone”. È invece condannata duramente l’indolenza di colui che, per timore, nasconde il talento e si limita a volerlo restituire. Non siamo chiamati in questo mondo come spettatori comodi di fronte agli accadimenti drammatici dell’umanità; ma gli stessi doni posti in noi ci spingono ad essere collaboratori solerti nel campo del mondo, lottatori nell’arena in prima persona, corridori impegnati non solo a raggiungere un traguardo personale, ma a far sì che quanti ci sono stati affidati giungano a quella sponda dove sono premiati coloro che hanno saputo impiegare i talenti ricevuti.

Preghiera
Oggi, ti prego Signore, dilata il mio cuore alla consapevolezza dei tuoi doni e dammi di trafficarli.
Tu m'insegni che trafficarli significa svilupparli amando, non raggomitolato in me stesso, ma in spirito di servizio.